aggiungendo il
parco delle 4 Regioni,
con i suoi 350.000 Ettari, si aumenterebbe
la superficie territoriale
dei parchi nazionali al 6 % ... un punto percentuale
in più!!!
delle Province o
Città Metropolitane,
che sono
strumenti dettagliati e
studiati accuratamente.
La pianificazione territoriale,
in seguito al
recepimento di
Normative Comunitarie e
Leggi quadro nazionali,
ha ottenuto sempre più attenzione
con ottimi miglioramenti
di salvaguardia ambientale.
La tutela potrebbe rafforzarsi
grazie al coordinamento di più
istituzioni ed associazioni.
Si dovrebbero
ridare gli spazi
necessari alla flora e fauna
autoctona di insediarsi,
guidando
la manutenzione dell’ambiente
con indagini conoscitive
della biodiversità.
I metodi rigorosamente scientifici
di gestione
deriveranno dalle indicazioni
e studi di:
scuole,
istituti,
università,
tecnici ed
abitanti della Madre Terra,
che vorranno aiutare
e saranno
sempre benvenuti a
tavoli di proposte e trattative.
Tutto verrà gestito su
un piano istituzionale,
recependo le norme e leggi
“a cascata”:
dai regolamenti comunitari,
la Costituzione Italiana,
le leggi quadro,
alle normative comunali.
Nota di Annibale Covini:
purtroppo le leggi quadro
vengono continuamente modificate
con minori restrizioni
di tutela ed una vendita
della gestione del territorio
ai privati,
il Corpo Forestale dello Stato
è stato CHIUSO,
da un Governo,
oggi è il
12 settembre 2017,
non eletto a suffragio universale,
perciò non democratico.
sto proponendo
con questa pagina,
sarà ancora più difficile
da istituire.
La partecipazione
del cittadino-abitante
sarà necessaria in ogni fase
per ottenere i consensi
nella logica di
sviluppo sostenibile.
Periodicamente andranno
pubblicati i
conti economici e finanziari
dell'Ente Parco,
anche con cartaceo nei paesi,
chiedendo agli abitanti
un parere per migliorare
la qualità della vita di
ogni essere del Parco Pubblico.
Denominato: “Parco Nazionale delle Quattro Regioni”
comprende
la zona di confine
fra la:
Liguria
(Provincia di Genova,
La Spezia),
Lombardia
(Provincia di Pavia),
Emilia Romagna
(Provincia di
Piacenza, Parma)
e Piemonte
(Provincia di
Alessandria).
Il Parco delle 4 Regioni
si trova in una
zona italiana poco protetta
da parchi e riserve naturali:
Partendo da Pianello (PC),
in senso orario:
Pianello, Verdeto, Agazzano,
Monegliano, Statto, Rivergaro,
Verano, San Giorgio, Rezzano,
Lugagnano v. A.,
Vernasca, Bivio Luneto,
Passo Pellizzone,
Gazzo, Bardi,Noveglia,
Prato, Porcigatone,
Borgo v. T,
Gotra, San Quirico, Crocetta,
Passo 100 Croci,
M.te Caranza, Varese Ligure,
Monte Chiapozzo,
Frisolino, Carasco,
San Colombaro, Certénoli,
L'individuazione di
4 fasce di protezione
indirizzerà il parco
per un cammino
verso la
rinaturalizzazione
di aree compromesse
da eventuali sfruttamenti
e manomissioni.
PROPOSTA:
Si potrebbero introdurre
nella grande wilderness area la Lince
od il Gatto Selvatico?
(Annibale Covini)
Zona a) Riserva integrale
Territorio a monte delle
curve di livello altimetriche
950 m slm.
Si tratta della
fascia più protetta,
dove
non viene consentita
alcuna forma
di sfruttamento
od uso produttivo del suolo;
il visitatore
può accedervi
senza abbandonare
i sentieri segnati;
la flora e fauna
sono lasciate
alla loro spontanea e
libera evoluzione;
ogni intervento antropico
deve essere
studiato e progettato
da un gruppo di esperti
che formeranno
il comitato scientifico;
le opere già presenti:
per esempio
impianti e antenne;
verranno normati da
formule limitanti e
progetti di
bonifica/mitigazione
Render pubblico
(aggiungere al
demaniale presente, da non alienare assolutamente)
tutto il terreno
sulle due sponde
del corso d'acqua,
per 20 volte la larghezza
nel momento di piena.
Un corso d'acqua
largo un metro
diverrà
una fascia alberata
di 20 metri e
verrà riconosciuto
come bosco dalle
normative forestali nazionali.
Zona c) Coltivazioni ed agricoltura
Individuata
nei territori
a valle delle
curve di livello altimetriche
650 m slm,
esclusi centri abitati,
zone edificabili
(come da
strumenti urbanistici),
strade e
tutte le costruzioni,
facenti parte della
Zona d)
Promuovere un'agricoltura
eco-compatibile,
in accordo con
le associazioni di categoria.
Sviluppare la
silvicoltura non monospecifica,
con piante autoctone,
non coetanee,
piantate con piani pluriennali,
e con il
maggior numero possibile
di specie.
Abolire
l'accorpamento dei fondi
e favorire la
differenziazione dei coltivi
con siepi ai margini.
Tecniche agricole
meno impattanti;
non arare sui pendii.
Zona d) Edificato ed edificabile
Tutto il territorio
al di fuori delle
tre zone precedenti.
Si tratta dei
centri abitati;
le zone edificabili
come da
strumenti urbanistici,
le strade e
tutte le costruzioni.